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NUOVO CORRIERE SENESE
Siena 1976
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In Galleria espone un pittore immediatamente comprensibile La figura umana ha conservato il suo posto nel mondo dell'arte anche Quando il vento delle avanguardie ha soffiato forte per spazzare via ogni immagine di tradizione. Ha "retto", potremmo dire, aggrappandosi alla esigenza dell'uomo di vedersi identificato in qualcosa di immobile, di duraturo. Ma altresÏ perchÈÇ il comunicare presuppone l'utilizzo di un linguaggio non arcaico e nemmeno convenzionale, ma non del tutto privo di quegli elementi di formazione e sintassi che rendono evidenti e comprensibili le idee (e nella figura umana, nel ritratto specialmente, la interpretazione soggettiva e, quindi, la rappresentazione, possono giungere, massimo, al confine dell'astrazione, restando perciÚ sempre vincolate alla necessitý di identificazione del modello).

Nella pittura che Nino Gorni espone a Palazzo Patrizi, Accademia degli Intronati, questo supporto di tradizione non si riduce a semplice esercizio compositivo o in canoni di proporzioni razionali finalizzate ad un vacuo estetismo, ma diviene coerenza con la visione del quotidiano per rimanere a livello di comprensione immediata da parte anche dei non addetti ai lavori. Tuttavia, persino nei ritratti, sempre cosÏ limitanti l'estro di ogni pittore, Nino Gorni intende andare oltre il visivo, approfondendo i solchi del tempo nel volti dei vecchi, fino a surrealizzare il soggetto, facendone un ritratto sui generis. E ciÚ allo scopo di raggiungere la comunicazione attraverso sÏ il dato di fatto, ma senza rinunciare alla prerogativa della libertý creativa che, sola, trasla la figura dalla cronaca in una sfera più ampia di poesia. CosÏ per le figure umane, come per gli scorci di paesaggio, il pittore tende al riassunto senza fronzoli, per meglio esprimere la perenne immobilitý di vecchie case ed archi, piazze e vicoli di San Giminiano e Chiusdino, vivi in una luce pacata di un sole che non tramonta.

Giuseppe Ciani

 
© 1999 Alessandro Gorni